1962

21 gennaio 1962 - L’avvio della Salerno-Reggio Calabria

A3 Salerno – Reggio Calabria, Viadotto Italia in costruzione (Archivio storico Anas)
A3 Salerno – Reggio Calabria, Viadotto Italia in costruzione (Archivio storico Anas)
A3 Salerno – Reggio Calabria, tratto in costruzione in provincia di Cosenza (Archivio storico Anas)
A3 Salerno – Reggio Calabria, tratto in costruzione in provincia di Cosenza (Archivio storico Anas)
A3 Salerno – Reggio Calabria, veduta aerea del Viadotto Italia (Archivio storico Anas)
A3 Salerno – Reggio Calabria, veduta aerea del Viadotto Italia (Archivio storico Anas)
La targa in marmo scoperta dal presidente del consiglio Amintore Fanfani all’avvio dei lavori della A3 (Archivio storico Anas)
La targa in marmo scoperta dal presidente del consiglio Amintore Fanfani all’avvio dei lavori della A3 (Archivio storico Anas)

Il nome “Autostrada del Sole” ricordava quello del “Treno del Sole” che negli anni ‘50 correva da Palermo a Torino portando migliaia di emigrati nelle fabbriche della capitale dell’automobile. L’autostrada, tuttavia, non andava oltre Napoli e il percorso per raggiungere la punta dello Stivale sembrava restare condannato a una viabilità lenta e inadeguata. Fu così necessario prevederne un’estensione, ma secondo modalità di gestione e caratteristiche tecniche necessariamente differenti.

La Legge Zaccagnini n.729 del luglio 1961 assegnò all’ANAS la costruzione della Salerno-Reggio Calabria, interamente a spese dello Stato perché rifiutata dagli investitori che la ritenevano inadeguata al pedaggio. Il piano fu dunque, fin dall’inizio, di classificarla come autostrada “aperta”. Oltre che come arteria di collegamento veloce tra Nord e Sud d’Italia, essa fu concepita per funzionare come collegamento locale e regionale, fra territori che erano ancora marginalizzati o isolati. Perciò venne scelto il tracciato interno, appenninico, anziché la più comoda linea costiera.

Realizzata tra il 1962 e il 1974 per una lunghezza di 443 km, contava 43 svincoli intermedi e disponeva di due carreggiate ognuna larga 7,5 m. e di uno spartitraffico. Le due banchine laterali, ciascuna di 1,5 m. di larghezza, erano insufficienti a funzionare come corsie di emergenza. 

Dal punto di vista ingegneristico-costruttivo si trattava di un’opera estremamente ardita in quanto la scelta del tracciato montuoso interno rendeva necessaria una serie di infrastrutture all’avanguardia: 190 gallerie per 22 km, 480 tra ponti, cavalcavia e viadotti per 45 km. 

Il Viadotto Italia, costruito fra il 1966 e il 1969 sulle gole del fiume Lao, tra Laino Borgo e Laino Castello (Cosenza), fu uno dei primi ponti italiani a travata metallica. Il suo tracciato originario, in parte ammodernato con i lavori del 2014-2017, era lungo 1.161 m. su 19 campate, di cui 16 con impalcati in calcestruzzo precompresso con carreggiate di marcia indipendenti e 3 “a grande luce” con unico impalcato di ferro. Alto 260 mt. dal fondovalle, è il secondo viadotto autostradale più alto d’Europa.

I lavori per la realizzazione dell’autostrada determinarono una scoperta di grande valore archeologico: se gli sbancamenti per il suo impianto non avessero lambito il margine orientale dell’antico insediamento etrusco-sannitico di Pontecagnano (Salerno), gli studiosi avrebbero forse continuato a cercarlo altrove. Del sito, ultimo avamposto meridionale dell’espansione etrusca, erano note fino a quel momento solo le necropoli. Il recupero fortuito di ceramiche e statuette votive in terracotta fornì il primo indizio per la localizzazione del suo antico abitato (Bailo Modesti G., 1984).

NOTE

Bailo Modesti G., Lo scavo nell’abitato antico di Pontecagnano e la coppa con l’iscrizione AMINA[…], in AA.VV., La ricerca archeologica nell’abitato di Pontecagnano, in AION ArchStAnt VI, 1984

 

“Per la sutura autostradale fra Nord e Sud mancano 151 km” – L’Automobile settimanale degli automobilisti – 1969 n.10