1903

L’Italia di Giolitti

Enrico Mercatali (a cura di), Tripoli-Cirenaica. Cronache della guerra italo-turca e della conquista della Libia, p. 344
Enrico Mercatali (a cura di), Tripoli-Cirenaica. Cronache della guerra italo-turca e della conquista della Libia, p. 344
La prima  guerra mondiale nel 1915-1918, prima pagina del Corriere della Sera, 21 maggio 1915
La prima guerra mondiale nel 1915-1918, prima pagina del Corriere della Sera, 21 maggio 1915
Giulio Aristide Sartorio, Sacile 31 ottobre 1917, olio su tela
Giulio Aristide Sartorio, Sacile 31 ottobre 1917, olio su tela

Alla fine del XIX secolo l’avvento dell’energia elettrica e la diffusione del motore a scoppio avevano favorito lo sviluppo industriale, sostenuto da una politica protezionista che aveva introdotto una serie di tasse doganali sui prodotti d’importazione, con lo scopo di salvaguardare le industrie nazionali dalla concorrenza straniera.

Questa situazione creò però una vera e propria guerra doganale con la Francia che colpì il settore dell’agricoltura, provocando una depressione economica che durò fino al 1895. Si accentuò pure lo squilibrio, già esistente, tra economia settentrionale e meridionale. La crisi fu generale e si ebbero crolli bancari. L’aumento della ricchezza non era stato pari all’incremento demografico portando, nel 1901, mezzo milione di lavoratori a lasciare l’Italia. 

Per fare fronte a questa realtà Giovanni Giolitti (Mondovì, 1842 – Cavour, 1928) avviò alcune riforme politiche ed economiche che andavano incontro ai bisogni più acuti della popolazione. Le sue riforme lo fecero passare alla storia come il più grande statista italiano dopo Cavour. Giolitti restò alla Presidenza del Consiglio, con alcune interruzioni, dal 1903 al 1913. Tentò di arginare l’emigrazione e di far rientrare il conflitto con le classi operaie. Nel 1906 nacque dal movimento operaio la Confederazione Generale del Lavoro, mentre gli industriali nel 1910 fondavano la Confederazione italiana dell’Industria

Nel 1913 venne esteso il suffragio a tutti gli uomini di età superiore a 30 anni,  mentre rimanevano ancora escluse le donne. Questa politica contribuì al progresso dell’Italia e rappresentò un periodo memorabile per la storia del Paese dopo l’unità. 

La politica estera sfociò, nel 1911, nella conquista della Libia, allora dominata dalla Turchia. La posizione geografica della Libia, situata di fronte la Sicilia, era strategica per l’Italia. Il Trattato di Losanna del 1912 mise fine alla guerra fra Italia e Turchia. L’Italia otteneva il dominio sulle regioni libiche della Tripolitania e della Cirenaica.

Due anni dopo, l’Europa intera venne trascinata nel primo conflitto mondiale e nel 1915 anche l’Italia entrò in guerra, affiancandosi alla Triplice intesa contro gli Imperi centrali e contribuendo alla vittoria.

Nell’Italia del dopoguerra, attraversata nel 1919-20 da una forte crisi economica, disoccupazione e problemi di ordine pubblico, Giolitti non riuscì a far rientrare nella legalità il giovane partito fascista.