Anas per Connettere l’Italia
Anas ha avuto un ruolo fondamentale nella modernizzazione del Paese, influenzandone lo sviluppo economico e culturale. Un ruolo strategico che la società ha conservato e sviluppato nel corso degli anni come moltiplicatore degli investimenti e player dell’innovazione tecnologica, per preparare il Paese alle sfide del domani.
Anas può essere considerata l’erede della tradizione stradale italiana che ha avuto inizio all’epoca dei Romani. In Italia, come in nessun altro luogo al mondo, la moderna rete stradale si innesta sull’originale reticolo di duemila anni fa, di cui si conserva intatta la toponomastica: Via Aurelia, Via Cassia, Via Flaminia, Via Salaria, Via Tiburtina Valeria, Via Casilina, Via Appia, Via Emilia, Via Domiziana, Via Egnatia (…) ancora esistono e sono realtà vive. Sono infatti altrettante denominazioni di moderne strade statali, precedute oggi da un numero, realizzate da Anas per rispondere a concrete esigenze di mobilità.
Oggi Anas gestisce oltre 26 mila chilometri di rete stradale e autostradale italiana, di cui 1.300 km di autostrade e raccordi. Secondo i dati del 2016, complessivamente accedono alla rete stradale Anas 6,185 milioni di veicoli passeggeri al giorno, pari a circa 2,3 miliardi di veicoli e circa 2,8 miliardi di passeggeri all’anno. Sono invece 401.060 i veicoli merci giorno, pari a circa 146,4 milioni di veicoli e circa 1,2 miliardi di tonnellate all’anno.
La rete Anas garantisce l’accessibilità ai principali poli turistici nazionali e numerosi siti Unesco, tra cui Assisi, la Costiera amalfitana, l’Area archeologica di Paestum, Castel del Monte ad Andria, l’Area archeologica di Agrigento, Siena, la Val Camonica.
Il servizio che Anas fornisce ogni giorno al Paese è arricchito dalle connessioni della propria rete all’interno del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT). Ad esempio, su 58 porti di interesse nazionale, le strade Anas costituiscono la rete esclusiva di accessibilità terrestre per 32 scali (55%) e per ulteriori 11 porti (19%) sono la rete di accesso a carattere prevalente. Dei 32 scali caratterizzati da accessibilità esclusiva Anas, 8 sono porti core della rete TEN-T (tra di essi Trieste, Gioia Tauro, Ravenna, Cagliari).
Per quanto riguarda gli aeroporti, su 16 scali inseriti nello SNIT di primo livello, 8 sono di esclusiva accessibilità da rete Anas (tra essi Roma Fiumicino e Milano Malpensa) e 2 hanno connessioni prevalenti alle strade Anas.
L’integrazione nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane
L’integrazione di Anas nel Gruppo FS Italiane ha sancito la nascita del primo polo europeo integrato di infrastrutture ferroviarie e stradali per abitanti serviti, con una rete complessiva di circa 44mila chilometri. Il conferimento di Anas a FS Italiane permette di progettare e realizzare strade e ferrovie in modo integrato e condividere know-how e tecnologie, anche per lo sviluppo di progetti innovativi come le smart road.
Il nuovo assetto industriale promette benefici anche per la manutenzione e gli standard di qualità e sicurezza della rete stradale a partire dalla vigilanza della sede stradale e delle opere d’arte che, specie negli oltre 10mila km dove le infrastrutture stradali e ferroviarie corrono in affiancamento, può essere effettuata in modo integrato dagli operatori di Rete Ferroviaria Italiana e Anas.
La sinergia fra rete ferroviaria e rete stradale consentirà di rispondere concretamente alle esigenze del Paese di nuove infrastrutture, oltre a garantire una gestione coordinata delle opere e un unico interlocutore per gli Enti locali.
Il coordinamento fra RFI e Anas consentirà, tra l’altro, di collegare in maniera più efficace ed efficiente i nodi logistici: porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, punti di interscambio modale. Tutto ciò con un minor consumo di territorio, una riduzione delle emissioni di CO2 e una diversa gestione della logistica delle merci. L’integrazione, infatti, parte già dalla pianificazione degli investimenti e delle opere, definendo i fabbisogni di infrastrutture ferroviarie e stradali secondo un disegno unitario.
Promozione e valorizzazione del territorio
Anas è consapevole della ricchezza culturale e paesaggistica del Paese e perciò vuole andare oltre il concetto tradizionale di infrastruttura come grande opera materiale fatta di acciaio, cemento e asfalto. La strada non è più solo un luogo di passaggio, ma un’opera tramite la quale apprezzare e promuovere i territori d’Italia
L’impegno di Anas si è concretizzato in significative azioni di valorizzazione del territorio. Con la nuova denominazione della strada statale 640 “Agrigento-Caltanissetta”, Anas ha dato vita alla “Strada degli scrittori”: un percorso culturale e paesaggistico volto a far conoscere i luoghi dove sono nati e cresciuti Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello e Pier Maria Rosso di San Secondo, ambasciatori nel mondo della cultura siciliana.
Analoga iniziativa è stata intrapresa con la campagna di comunicazione “Ogni viaggio, una scoperta”, ideata per promuovere i borghi e le località paesaggistiche che si affacciano lungo il tracciato dell’Autostrada A2 del Mediterraneo.
Anas opera quotidianamente in stretta cooperazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e con le Soprintendenze territorialmente competenti. È lunghissimo l’elenco degli interventi realizzati per il recupero e la valorizzazione di aree archeologiche e paesaggistiche: il recupero del Parco dell’Appia Antica (in origine tagliato in due dal vecchio tracciato del Grande Raccordo Anulare di Roma), il ritrovamento dell’antica Via Veientana e l’individuazione del tracciato della Via Flaminia Antica Augustea, la scoperta della Via Claudia Nova sulla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico”, i numerosi insediamenti etruschi e le ville romane ritrovate lungo il tracciato della nuova autostrada A2 del Mediterraneo.
Infine, il binomio infrastrutture e archeologia e il potenziale che deriva dalla valorizzazione dei reperti portati alla luce durante i lavori sulle strade di Anas, sono al centro del protocollo firmato, a gennaio 2018, da Anas e dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. L’accordo indica un percorso condiviso per individuare le opportune iniziative di valorizzazione volte alla migliore fruizione del patrimonio archeologico rinvenuto, al fine di incentivare processi virtuosi di sviluppo territoriale.