Giuseppe Belluzzo
Nato nel 1876, Giuseppe Belluzzo (Legnago, 1876 – Roma, 1952) fu ingegnere e uomo politico, ricoprendo nel governo Mussolini il ruolo di Ministro dell’Economia Nazionale tra il 1925 e il 1928 e di Ministro dell’Istruzione tra il 1928 e il 1929.
La sua attività scientifica si svolse sotto forma di memorie, monografie, conferenze, trattati e di una lunga serie di articoli su giornali e riviste tecniche. Lo scritto di maggior successo fra questi fu Le turbine a vapore, pubblicato nel 1905 da Hoepli, e diventò ben presto un prezioso strumento didattico usato al Politecnico di Milano.
Il nome di Belluzzo è infatti legato alle prime turbine a vapore per uso industriale in Italia (macchinari che sfruttano l’energia termica del vapore in pressione che si sprigiona da una caldaia), motivo d’orgoglio per i risultati conseguiti in velocità e basso consumo. Tali macchine equipaggiavano le principali navi della Regia Marina, come le corazzate Conte di Cavour e Littorio, e anche quelle di marine straniere, suscitando ammirazione da parte dei tedeschi nei confronti del loro ideatore. L’ingegnere fu così coinvolto, durante un suo soggiorno in Germania, anche nelle ricerche per armi segrete. Nel 1942 l’ingegnere mise a punto nuovi strumenti di distruzione per i nazisti, ovvero dei dischi capaci di decollo verticale, i cosiddetti “dischi volanti”.
Giuseppe Belluzzo fu anche progettista della prima locomotiva a turbina, costruita nel 1908 dalla Società Anonima Officine Meccaniche di Milano.
Belluzzo riteneva necessario per l’Italia un riscatto dalla sua arretratezza dal punto di vista tecnologico e industriale, e si adoperò sempre per risollevarne le sorti collaborando alla fondazione, nel 1909, della Scuola industriale milanese (nota anche come Scola de Legn), della quale divenne segretario.
Uomo fortemente sensibile al tema della strada, fu fautore di una politica per le infrastrutture alla quale non mancassero mai le risorse dello Stato. In qualità di Ministro dell’Educazione Nazionale collaborò con il governo Mussolini al fine di introdurre nelle scuole italiane il cosiddetto testo unico, con lo scopo di “promuovere tra i fanciulli una educazione e una cultura prettamente fascista” uguale per tutti (Consiglio dei Ministri, 25 settembre 1928, Belluzzo).
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