1942

Santi Romano

Ritratto di Santi Romano (fonte: unisob.na.it)
Ritratto di Santi Romano (fonte: unisob.na.it)

Santi Romano (Palermo, 1875 – Roma, 1947) fu uno dei massimi giuristi del ‘900. Laureatosi in giurisprudenza a soli 21 anni a Palermo, per molto tempo si dedicò unicamente alla ricerca e alla docenza universitaria, ottenendo il ruolo di professore ordinario di diritto costituzionale e diritto amministrativo in diversi atenei italiani. La sua monografia “L’ordinamento giuridico” (1918), apprezzata e commentata ancora oggi, lo ha reso celebre come sostenitore della teoria istituzionalistica del diritto, nella quale esso costituisce l’ordinamento basilare della società, intesa come realtà collettiva organizzata in cui diverse forze concorrono insieme a trovare un ordine positivo.

Con l’avvento del fascismo, Romano divenne uomo politico di grande rilevanza, ricoprendo dal 1928 al 1944 la carica di Presidente del Consiglio di Stato. La nomina arrivò quasi a sorpresa: il professore aveva chiesto e ottenuto la tessera del Partito Nazionale Fascista da soli due mesi quando, mentre si trovava all’università di Milano, un bidello interruppe la sua lezione per annunciargli la chiamata della Presidenza del Consiglio che gli comunicava la sua nomina (Melis G., 2003). 

Come Presidente del Consiglio di Stato, Santi Romano si trovò ad affrontare, da esperto amministrativista, difficili questioni relative all’AASS, come l’esazione dei pedaggi autostradali e la realizzazione del programma infrastrutturale dell’Azienda nell’Africa Orientale Italiana

Nel 1939 il Ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai (Roma, 1895 – 1959) lo volle a presiedere la commissione da cui scaturirono le due leggi di Tutela dei Beni Culturali e del Paesaggio, intesi come “patrimonio della Nazione” da salvaguardare (Leggi n. 1089/39 e n. 1497/39), il cui impianto resiste ancora oggi. Romano contribuì a conciliare il concetto di proprietà privata di tradizione liberale, di cui egli era erede, con la concezione di Bottai dello Stato come garante delle esigenze della collettività. 

Questi principi ispirarono anche la Legge n. 1150/42, la prima legge organica dell’Italia che, introducendo norme di pianificazione, disciplinava lo sviluppo urbanistico delle città, premessa indispensabile alla costruzione di nuove strategiche opere infrastrutturali.

Deferito nel 1944 all’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il Fascismo, Romano, prima di dimettersi dal Consiglio di Stato, si difese puntualmente dalle singole accuse, sostenendo di aver agito sempre a tutela dell’indipendenza dell’Istituto. Morì a Roma nel suo studio privato di Palazzo Spada nel 1947.

NOTE

Baietti S., Restucci A., Il viaggio dell’Anas 1928-2010, Milano, Alinari – Il Sole 24 Ore, 2010;
Fusar Poli E., La causa della conservazione del bello. Modelli teorici e statuti giuridici per il patrimonio storico-artistico italiano nel secondo Ottocento, Milano 2006;
Melis G., Il Consiglio di Stato ai tempi di Santi Romano, in Relazione al convegno “Il Consiglio di Stato durante la presidenza di Santi Romano”, Consiglio di Stato, Roma, 6 febbraio 2003;
senato.it, Santi Romano;
treccani.it, La teoria dell’ordinamento giuridico: Santi Romano