STORIA: Il Fascismo conformista e reazionario
Dopo il delitto Matteotti, il regime fascista aveva varato le leggi “fascistissime” sopprimendo tutte le libertà politiche e sindacali e mettendo fuori legge gli oppositori costretti a emigrare o condannati al carcere. Fino alla metà degli anni ‘30 le progressive fortune del Fascismo avevano suscitato nella popolazione italiana e in gran parte degli intellettuali un sentimento di ottimismo, la speranza di poter coniugare l’energia rivoluzionaria del regime con il desiderio di proiettarsi nel moderno contesto europeo.
Nel 1935-36, durante la conquista militare dell’Etiopia, che rappresentò il periodo di massimo consenso del Fascismo, l’Italia era stata appoggiata dalla Germania. In occasione della guerra civile spagnola, scoppiata nel 1936, i due Paesi inviarono armi e volontari al capo delle “falangi” nazionaliste di Francisco Franco. Italia e Germania iniziarono a rappresentare un pericolo per la pace nel mondo.
INFRASTRUTTURE: Una rete moderna
Dal 1928, con la creazione dell’Azienda Autonoma Statale della Strada (AASS), la disastrata rete stradale italiana fu trasformata in una moderna rete di trasporti con segnaletica e pavimentazioni in calcestruzzo.Quest’ultimo fu preferito, nell’ottica autarchica, perché era un prodotto nazionale.
Nello stesso anno venne istituita la strada statale Adriatica, la più lunga d’Italia, oltre 1000 km da Padova a Otranto, mentre continuava la costruzione della prima rete autostradale.
Dal 1931 l’IMI (Istituto Mobiliare Italiano) e due anni dopo l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) divennero i motori della vita produttiva del Paese, tramite il controllo del sistema bancario e dei finanziamenti pubblici.
Sul fronte estero l’AASS realizzò nuove strade nelle colonie di Eritrea, Somalia ed Etiopia, assunse la manutenzione della Litoranea Libica e, in Albania, la nuova ASA (emanazione dell’AASS) iniziò ad ammodernare le strade del Paese delle Aquile.
PERSONAGGI: Gli ideatori e i primi protagonisti della strada
Il primo Direttore Generale dell’Azienda Autonoma Statale della Strada (AASS) fu Pio Calletti, la cui politica votata alla manutenzione e all’efficiente esercizio della rete esistente, senza necessità di nuove impegnative costruzioni, fu vincente.
L’AASS sotto di lui segnò inoltre un assoluto primato italiano nell’Africa Orientale, con la realizzazione di nuove infrastrutture stradali. Anche l’ingegnere Giuseppe Pini diede il suo contributo con i progetti stradali in Etiopia, Eritrea e Albania.
Tra i progettisti di ponti spicca il nome di Eugenio Miozzi, che fu dagli anni ‘30 agli anni ‘50 del Novecento il protagonista della trasformazione urbanistica di Venezia. Grazie a lui fu inoltre ricostruito il tratto da Verona al Passo del Brennero della strada statale 12.
A tutela della circolazione e del traffico nel 1928 fu poi istituito il Corpo della Milizia della Strada, in seguito trasformato nella Polizia Stradale.
VEICOLI: Importanti innovazioni tecnologiche in campo automobilistico
Il decennio che precedette lo scoppio del secondo conflitto mondiale fu segnato dalla politica autarchica, che frenò lo sviluppo all’estero di molte aziende italiane, come ad esempio la FIAT, ma allo stesso tempo favorì l’espansione del mercato interno.
Per quanto riguarda proprio la FIAT, in quegli anni si registrarono importanti innovazioni tecnologiche, come ad esempio l’utilizzo dell’alluminio per la costruzione delle teste dei motori. Dopo l’entrata in funzione nel 1923 del Lingotto, moderno stabilimento di 153.000 metri quadrati, disposto su 5 piani e con la presenza, sul tetto, di una pista di prova per i nuovi modelli, per essere concorrenziali sul mercato, si introdusse una produzione di serie, attraverso la creazioni di catene di montaggio.
SOCIETÀ: Fervore sociale e Cinema del “consenso”
Sono gli anni delle due vittorie italiane consecutive ai mondiali di calcio nel 1934 e nel 1938, del primo film sonoro a colori, della fine del proibizionismo, dello scoppio della seconda guerra mondiale, ma anche delle canzoni di Marlene Dietrich.
Mentre Armstrong, Ellington e Crosby portavano l’America in Italia, nel 1932 Vittorio De Sica cantava Parlami d’amore Mariù nel film Gli uomini, che mascalzoni…
È l’epoca delle camicie nere e dei telefoni bianchi, della radio di Guglielmo Marconi, delle canzonette di Alberto Rabagliati e dei film di una Cinecittà appena nata. Per i campioni del ciclismo come Coppi, Bartali, Guerra, Girardengo, Binda, forare su strada era una regola, per un asfalto ancora lontano dalla modernità. Negli anni delle gite fuori porta e delle villeggiature delle famiglie più abbienti ogni occasione era buona per ballare, al ritmo del fonografo.