8 febbraio 1961 - La rete autostradale
Marzo 1961 – La scoperta della Villa dei Volusii Saturnini a Fiano Romano
Nel 1961 fu affidata all’IRI la costruzione di sei nuove autostrade ritenute strategiche per il collegamento e lo sviluppo organico del Paese, dal momento che era ormai chiaro che le industrie si andavano concentrando in prossimità delle nuove direttrici. Nel tentativo di limitare il divario tra Nord e Sud, vennero così avviati, nel 1962, i lavori per la Salerno-Reggio Calabria, 443 km la cui costruzione proseguì fino al 1974.
Un errore di valutazione fu tuttavia presto chiaro: la Legge n. 463 fissava il contributo statale per la costruzione delle autostrade al 40%, lasciando il 60% agli investimenti privati, indiscriminatamente per Nord e Sud. Questa condizione si rivelava del tutto inadeguata nel Meridione, dove gli investimenti privati attecchivano con grande difficoltà e senza una programmazione strategica organica e coordinata.
Nel 1962, anno del congiungimento fra Roma e Napoli attraverso l’autostrada del Sole, ANAS e Società Autostrade stipularono una nuova convenzione, con la quale si concedeva ad Autostrade SpA la costruzione e la gestione delle nuove autostrade, oltre che la gestione e l’ammodernamento di quelle già esistenti.
Nel 1963 fu avviato il progetto della Genova-Ventimiglia (A10) mentre l’Autostrada del Sole (A1) fu ufficialmente inaugurata al casello di Firenze il 4 ottobre 1964 dal Presidente del Consiglio Aldo Moro (Maglie, 1916 – Roma, 1978), con il completamento dell’ultimo tratto: 8 anni di lavoro, 755 km da Milano a Napoli, 270 miliardi di lire di costo.
L’A1 fu la prima delle nuove arterie autostradali a introdurre la doppia carreggiata, a doppia corsia, con banchine laterali di 3 mt. e con svincoli a quadrifoglio che erano dotati di corsie di accelerazione e decelerazione. Caratteristiche, queste, assenti nella prima generazione di autostrade.
Spesso accade che le grandi scoperte avvengano per casi fortuiti: ciò è vero soprattutto per l’archeologia, quando le opere infrastrutturali moderne incrociano i resti, nascosti sotto la terra, di vite risalenti a centinaia di anni fa.
Nel 1961, durante i lavori di costruzione dell’A1, all’altezza dell’attuale casello di Fiano Romano, a 30 km a nord di Roma, venne intercettata e in parte distrutta una villa d’otium, costruita nel corso del I secolo a.C. in una posizione panoramica sulla Valle del Tevere.
Dal 1962 al 1971 la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale procedette allo scavo della parte centrale del complesso e alla sua valorizzazione, con il restauro delle strutture e dei pavimenti a mosaico.
Questa villa, che nella fase di maggiore espansione occupò una superficie di circa 205 x 120 metri, in età augustea appartenne a una famiglia senatoria fedele a Ottaviano Augusto, i Volusii Saturnini, che le conferirono un aspetto signorile con giardini posti su diversi livelli, circondati da ricchi colonnati, e una preziosa decorazione. Oggi sono ancora visibili gli ambienti residenziali disposti attorno a un atrio e il grande peristilio con il larario, destinato al culto domestico. Centinaia di schiavi lavoravano al servizio dei Volusii per la coltivazione di grano e viti. La vicinanza del Tevere e delle vie Tiberina e Salaria facilitavano il trasporto dei prodotti verso il mercato romano.
La villa venne utilizzata, in parte modificando il suo originario impianto, fino al V secolo d.C., quando fu abbandonata, e nell’area del quartiere signorile si impiantò un piccolo cimitero.
Oggi l’antica area residenziale è stata in parte trasformata in un’area di sosta, dove è possibile gustare un caffè, mangiare un panino e passeggiare tra le vestigia romane. L’area archeologica è accessibile dal Punto Blu dell’area di sosta Feronia, presso il casello autostradale di Roma Nord-Fiano Romano, e dal sito archeologico di Lucus Feroniae.
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