7 febbraio 1961 - ANAS e la nuova denominazione
Lo sviluppo della rete autostradale negli anni ‘60 fu repentino e andò di pari passo con la trasformazione di un’intera società, delle sue tradizioni e bisogni. Le autostrade modificarono il paesaggio e l’urbanistica in maniera concreta e netta. Tutto ciò fu reso possibile dagli sforzi della classe politica nell’ambito delle strategie economiche nazionali, dei trasporti e dell’industria al fine di ottenere un progresso sociale e civile del Paese. La spinta verso gli investimenti nei trasporti privati e nell’industria sottrasse risorse ad altri settori, fra cui quello dei trasporti pubblici.
A tal proposito si giunse all’approvazione della Legge n. 59 del 7 febbraio 1961 relativa al “Riordinamento strutturale dei ruoli organici dell’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade (ANAS)” in cui non solo si modificava in parte la denominazione dell’Azienda, ma si stabilivano nuovi compiti istituzionali come la predisposizione di “Programmi di sviluppo delle strade e autostrade” statali. Ciò faceva dedurre che lo sviluppo delle rete viaria fosse un nodo centrale per portare l’Italia ai livelli degli altri Paesi europei.
La stessa definizione legislativa di autostrada venne specificata e resa inequivocabile: “sono autostrade le vie di comunicazione riservate al transito a pagamento degli autoveicoli, costruite ed esercitate dall’ANAS o da privati”.
D’ora in avanti l’Azienda si sarebbe avvalsa di un doppio servizio tecnico per la cura e il controllo delle autostrade: uno che svolgeva compiti di ricerca e sperimentazione e l’altro che svolgeva funzioni ispettive sulla gestione dei lavori su strada. Inoltre si prevedeva una partecipazione più democratica al Consiglio di Amministrazione dell’Azienda, interpellando i rappresentanti degli Enti locali (Regioni, Province e Comuni) che non avevano però diritto di voto. Rispetto al personale ANAS la novità riguardava soprattutto i casellanti, a cui veniva riconosciuto un ruolo autonomo, inquadrati in un sistema gerarchico molto simile a quello dei cantonieri.
Un’altra legge fondamentale per le autostrade fu la Legge n. 729 sempre del 1961, detta “Zaccagnini” dal nome dell’allora Ministro dei Lavori Pubblici, Benigno Zaccagnini (Faenza, 1912 – Ravenna, 1989): veniva innanzitutto ampliata la rete autostradale programmata; inoltre, tutte le autostrade precedentemente affidate allo Stato o realizzate direttamente da ANAS, per un totale di 750 km, venivano date in concessione alla Società Autostrade. La concessione alla Società Autostrade diveniva una concessione “di rete” e alla società dell’IRI veniva dato il mandato di realizzare l’Autostrada Adriatica.