5 giugno 1947 - Il Piano Marshall
Marzo 1948 - La nascita dell’unificazione europea
Alla conferenza di Jalta, tenutasi nel febbraio 1945, i capi politici dei tre principali Paesi Alleati, Roosevelt, Churchill e Stalin, presero importanti decisioni sull’assetto dell’Europa del dopoguerra. Per preservare la pace futura, la Germania sarebbe stata smembrata e smilitarizzata. USA, URSS, Regno Unito e Francia avrebbero gestito ciascuno una zona di occupazione. Nella Conferenza delle Nazioni Unite di San Francisco fu istituita l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Elezioni democratiche si sarebbero svolte in tutti i territori liberati dal nazifascismo in un’Europa libera.
Il primo obiettivo dei governi italiani dal ‘46 fu così di liberarsi dell’amministrazione militare alleata e ottenere piena autonomia politica. La firma del Trattato di Pace, a Parigi, il 10 febbraio del 1947 fu il primo passo verso l’integrazione nella comunità internazionale.
L’inizio della guerra fredda, tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, pose l’Italia di fronte alla necessità di una scelta politica ed economica. Per contrastare la minaccia sovietica in Europa Harry Truman, Presidente degli Stati Uniti, avviò nel 1947 un piano di sostegno economico ai Paesi indeboliti dalla guerra, per agevolare la ricostruzione delle infrastrutture. Fu il piano ERP (European Recovery Program), meglio conosciuto come Piano Marshall, dal nome del segretario di Stato americano che ne diede annuncio al mondo il 5 giugno 1947 dall’Università di Harvard. Il segretario di Stato si augurò che ne scaturisse una proficua collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico e anche una prima realizzazione di quei progetti europeisti fino allora caratterizzati da una certa vaghezza utopistica.
L’Unione Sovietica, dopo un’iniziale manifestazione di interesse incoraggiata dalla Francia, si rifiutò di partecipare al negoziato, obbligando anche tutti i paesi del blocco orientale e i paesi baltici a fare altrettanto.
Il piano prevedeva uno stanziamento di oltre 14 miliardi di dollari per quattro anni che furono impiegati per l’acquisto di generi di prima necessità, prodotti industriali, combustibile, macchinari e mezzi di produzione.
Nello stesso tempo gli Stati Uniti, nell’aprile del 1948, sostennero in Italia la campagna elettorale della Democrazia Cristiana (DC), per scoraggiare gli italiani dal votare a favore del Fronte Popolare, l’alleanza tra PCI e PSI. Anche la Chiesa Cattolica si impegnò a favore della Democrazia Cristiana. Il risultato delle elezioni fece registrare una schiacciante vittoria per la DC, che ottenne il 48,5% dei voti.
Parallelamente al Piano Marshall in Europa stava nascendo l’idea di un’unificazione tra Stati del vecchio continente, contro la logica dei nazionalismi, per facilitare la ripresa economica. Nel marzo 1948 cinque Paesi europei, Regno Unito, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, si unirono in un patto di autodifesa collettiva, il trattato di Bruxelles, offrendosi reciproca garanzia di aiuto militare e politico in caso di aggressione nei confronti di uno di essi.
Nel ‘49, con il trattato di Londra, fu fondato il Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo in Francia, un organismo di cooperazione per la promozione della democrazia, dei diritti umani e dell’identità culturale europea, a cui partecipò anche l’Italia.
Nel ‘49 nacque anche la NATO, North Atlantic Treaty Organization, organizzazione per la collaborazione nel settore della difesa militare e civile creata dagli Stati Uniti allo scopo di salvaguardare la pace e la sicurezza nelle regioni dell’Atlantico settentrionale tra Europa e America, in funzione antisovietica.