1999

Nuove norme di sicurezza stradale e ferroviaria dopo gli incendi in galleria

L'incendio nel Traforo del Monte Bianco del 24 marzo 1999 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
L'incendio nel Traforo del Monte Bianco del 24 marzo 1999 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
L'incendio nel Traforo del Monte Bianco del 24 marzo 1999 (fonte: Ansa)
L'incendio nel Traforo del Monte Bianco del 24 marzo 1999 (fonte: Ansa)
Lombardia, impianti all’interno della galleria Valsassina sulla strada statale 36 Racc. (Archivio storico Anas)
Lombardia, impianti all’interno della galleria Valsassina sulla strada statale 36 Racc. (Archivio storico Anas)
Umbria, impianti all’interno della galleria Volumni sul Raccordo Perugia-Bettolle (Archivio storico Anas, 2016)
Umbria, impianti all’interno della galleria Volumni sul Raccordo Perugia-Bettolle (Archivio storico Anas, 2016)

Verso la fine degli anni ’90 una serie di catastrofi accidentali si verificarono sulle linee autostradali e ferroviarie d’Italia. Una serie di incendi in gallerie molto trafficate si susseguirono proprio a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, tra il 1999 e il 2001, accendendo i riflettori su una questione molto critica: la sicurezza stradale e ferroviaria nei lunghi tratti coperti da rilievi montuosi.

Il rischio oggettivo nell’effettuare manovre di soccorso in un tunnel di elevata lunghezza, in caso di incidente, è relativo allo specifico tipo di ambiente: le dimensioni dello spazio in cui intervenire sono un primo ostacolo, seguito dalle temperature che si possono raggiungere e dai “limiti operativi” che tale tipo di ambiente pone ai servizi antincendio e alle squadre di soccorso. Infatti, le alte temperature raggiunte all’interno del tunnel, la bassa concentrazione di ossigeno nell’ambiente, la ridotta visibilità e la produzione di gas tossici e corrosivi possono aggravare la situazione delle persone coinvolte nell’incidente e costituire danno per la stessa costruzione e per gli impianti in esso presenti.

Questo accadde nell’incendio nel traforo del Monte Bianco (1999), che causò 39 morti a seguito di una combustione generata da un autocarro carico di margarina e farina; e nell’incendio nel Traforo dei Monti Tauri (1999) che, dopo un tamponamento fra un TIR e un’autovettura, causò 12 morti e 42 feriti; infine, l’incendio nel Traforo del San Gottardo (2001) dove uno scontro frontale fra due TIR causò un incendio e provocò la morte di 11 persone e il ferimento di 30.

Dopo questi tragici eventi fu varato in Italia un programma per la sicurezza soprattutto nelle gallerie, supportato da un apposito sistema informativo territoriale; furono stanziate anche delle risorse economiche nei settori del controllo tecnologico e della qualità (e previsione) delle condizioni di circolazione così da monitorare e prevedere incidenti come quelli avvenuti.

A livello stradale furono pubblicate le Circolari Anas n. 7735 e n. 7938 del 1999; il Decreto Ministeriale per i Lavori Pubblici del giugno 2001 per la “Sicurezza nelle gallerie stradali” e la Direttiva 2004/54/CE relativa ai “Requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della Rete Stradale TransEuropea (TERN)”. Anche in ambito ferroviario furono introdotte delle novità legislative con le direttive Europee 96/48/CE, 2001/16/CE, 2004/49/CE e il Decreto Ministeriale del 28 ottobre 2005 sulla “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”.

NOTE

vigilifuoco.gov.it, Gli incendi in galleria: un problema anche per le squadre di soccorso;
aitecweb.com, Incendi in galleria: il cemento aumenta la sicurezza;