La mobilità sostenibile
La mobilità sostenibile, a basso impatto ambientale, nacque per consentire alle persone di muoversi sul territorio senza causare danni eccessivi all’ambiente, riducendo l’inquinamento e le esternalità negative, come lo smog, le emissioni di gas o polveri sottili. In Italia questa fu introdotta con il Decreto Interministeriale Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane del 27 marzo 1998. Purtroppo la normativa non raggiunse gli obiettivi sperati a causa della sua natura, interministeriale appunto, che demandava l’attuazione delle norme alle amministrazioni locali, senza un piano di coordinamento nazionale o sovranazionale.
Le industrie automobilistiche rivolsero nuovamente la propria attenzione verso le macchine a trazione elettrica che nel passato non erano riuscite a imporsi come alternativa al motore a combustione interna a causa dei costi più elevati e delle minori prestazioni rispetto a un motore a benzina, ma soprattutto per la limitata durata della carica.
A partire dalla fine degli anni ‘90 il mercato dei veicoli elettrici beneficiò grandemente dei progressi ottenuti dalla ricerca sulle batterie al litio; tale ricerca e sviluppo furono pilotati dalla impetuosa crescita della domanda di computer portatili e di telefoni cellulari, con la richiesta da parte dei consumatori di schermi più larghi e più luminosi e di batterie di durata più lunga.
La FIAT nell’estate del 1990 introdusse sul mercato italiano la “Panda Elettra”. Nonostante il grande entusiasmo con cui fu accolta dal pubblico, ne furono vendute poche unità a causa del prezzo troppo elevato, delle bassissime prestazioni e dell’abitacolo a 2 posti per via delle batterie alloggiate nella zona posteriore della vettura.
Nel 1993 la FIAT presentò il prototipo di una city car, la “Downtown”, un macchina rivoluzionaria per l’epoca: a tre posti, piccola e molto leggera, elettrica, in grado di sfiorare i 100 km/h di velocità massima ma soprattutto di percorrere fino a 300 km a una velocità costante di 50 km/h, traguardo raggiunto con l’ultima generazione di compatte elettriche. Chicca finale, in un mondo che ancora comunicava attraverso il telefax, il computer di bordo con navigatore. Purtroppo il progetto rimase solo sulla carta e non venne mai messo in produzione.
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