La telefonia mobile
1991 - Il World Wide Web
Al 1973 risalgono i primi esperimenti di telefonate con radio-dispositivi sconnessi dalla rete telefonica fissa. Essi rimasero tuttavia a lungo dei test isolati, senza alcun indirizzo commerciale se si eccettuano i radiotelefoni analogici montati su alcune autovetture di particolare pregio.
Nella seconda metà degli anni ‘80 iniziò un lento processo di diffusione dei primi telefoni basati sulla rete satellitare, ma solo attorno alla metà degli anni ‘90 il telefono cellulare digitale, pur con caratteristiche e dimensioni assai diverse da oggi, divenne un oggetto di larga diffusione.
In quella prima fase i telefoni in commercio caratterizzavano comunque specifiche categorie sociali (chi operava nei cantieri, chi viaggiava costantemente, etc.), oppure costituivano una sorta di status-symbol, anche in considerazione delle limitate zone di copertura della rete. In pochi anni, tuttavia, i ripetitori vennero innalzati ovunque, giungendo a connettere l’intero territorio nazionale.
Parallelamente, e altrettanto rapidamente, la produzione si diversificò e i prezzi raggiunsero un’accessibilità generalizzata. I telefoni cellulari si diffusero in modo capillare in tutte le fasce di età e in tempi rapidissimi, sin da allora associati a una serie di servizi (calcolatrice, agenda, rubrica e successivamente connessione a internet) che ne avrebbero fatto l’accessorio irrinunciabile anche per la pianificazione personale.
Gli anni ‘90 affermano diffusamente la rete Internet come strumento indispensabile negli uffici e, pian piano, anche nelle case. Il primo anno del decennio segnò così la definitiva scomparsa di Arpanet e l’apparizione del linguaggio Html, lo stesso che ancora utilizziamo.
Il 6 agosto 1991 il Centro Europeo di Ricerca Nucleare (CERN) annunciò la nascita del World Wide Web, il prefisso “www” che permette l’accesso alla grande rete condivisa. Il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CSR4), dal canto suo, creò il primo sito web italiano che fu anche il secondo d’Europa.
Nel 1993 vide la luce il primo browser pensato per il web operante in ambiente GNU/Linux, successivamente soppiantato da Mosaic, che girava invece su più piattaforme (Amiga, Unix/Linux, Mac, Windows) e due anni dopo il CSR4 sviluppò il primo servizio di webmail.
Si stavano spalancando le porte del web: nel ‘96 i terminali connessi erano 10 milioni e solo tre anni più tardi, alle porte del nuovo millennio, gli utenti di internet nel mondo erano 200 milioni.
Indice della rapidità di trasformazione del mondo digitale fu il fenomeno del “millennium bug”, una sorta di mito neo-millenarista con cui si chiuse il decennio: l’idea – vera o presunta – che la struttura logica dei calcolatori, impostata sul datario a 2 cifre, non sarebbe stata adeguata a tenere conto dell’azzeramento degli anni nel calendario dopo il 1999. Questo concetto, declinato nella necessità di aggiornamenti hardware e software, veicolò – fino al passaggio al nuovo millennio – un timore indefinito e apocalittico di conseguenze imprevedibili a tutti i livelli, fino alla paralisi dell’intero sistema-pianeta.
Al di là dei suoi aspetti narrativi, il fenomeno attesta l’imprevedibilità, nei primi anni di sviluppo della struttura logica dei pc, della rilevanza che essi avrebbero ben presto raggiunto – anche attraverso il world wide web – nella vita pubblica.