1982

La telematica si affaccia al mondo delle strade

Code in corrispondenza di una barriera autostradale negli anni ’80 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Code in corrispondenza di una barriera autostradale negli anni ’80 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Cartello di preavviso della barriera autostradale e corsie riservate Telepass lungo l’autostrada Asti-Cuneo (Archivio storico Anas, 2012)
Cartello di preavviso della barriera autostradale e corsie riservate Telepass lungo l’autostrada Asti-Cuneo (Archivio storico Anas, 2012)
Traforo del Frejus, inaugurato nel 1980 (fonte: Imagoeconomica)
Traforo del Frejus, inaugurato nel 1980 (fonte: Imagoeconomica)
Lecco, Ponte Manzoni sulla SS36, prima strada dotata di telecontrollo (Archivio storico Anas, 2007)
Lecco, Ponte Manzoni sulla SS36, prima strada dotata di telecontrollo (Archivio storico Anas, 2007)

Nel 1982 fu elaborato il Piano Decennale 1987-1996 per la grande viabilità che assegnava all’ANAS una dotazione di 150.000 miliardi di lire, necessari a finanziare la realizzazione di una seconda ondata di grandi opere, dopo il boom degli anni ‘60. Si iniziarono infatti i lavori per la pedemontana lombarda (2.500 miliardi), la variante di valico Bologna-Firenze (5.000 miliardi), la Livorno-Civitavecchia (1.500 miliardi), la Torino-Frejus (3.000 miliardi), la Aosta-Monte Bianco (2.500 miliardi) e la Siracusa-Gela-Mazara del Vallo (3.000 miliardi). 

In questo decennio si introdussero due novità che avrebbero semplificato la vita ai viaggiatori abituali delle autostrade italiane: la Viacard e il Telepass

Lanciata nel 1981, la carta di credito a banda magnetica, cosiddetta “Viacard”, consentiva il pagamento elettronico del pedaggio autostradale tramite addebito sul conto corrente; ma tale innovazione non fece breccia nel cuore degli automobilisti. Qualche anno dopo il giornalista Benso Buttazzi scrisse “Per ora, soprattutto in Italia, la diffusione delle ‘carte Intelligenti’ è limitata dal fatto che la maggior parte dei terminali installati sono capaci di leggere solo quelle a banda magnetica. Si prevede però che si diffonderanno molto (forse dieci milioni nel 1988) […]. In un futuro non molto lontano ciascuno di noi potrebbe possedere un’unica scheda che funziona da passaporto, carta d’identità, patente, carta di credito e libretto sanitario. Chiaramente se uno la perde può considerarsi defunto” (“La Stampa”, 11 febbraio 1987).

Il “Telepass” venne introdotto pochi anni dopo. Come sistema per il pagamento dinamico del pedaggio, esso consentiva al conducente di attraversare un casello autostradale senza fermarsi, evitando le code, grazie ad uno strumento di rilevamento posto direttamente nell’autovettura. ll primo prototipo fu sviluppato in tempi record, tra il dicembre 1986 e l’aprile 1987, da tre progettisti della Sixcom (gruppo Olivetti). Nel 1989 si avviò la sperimentazione tramite l’installazione di un primo casello automatico sulla trafficata tratta Prato Calenzano-Firenze Nord, e ben presto il nuovo sistema fu esteso ai caselli di Milano, Roma e Napoli sulla A1, per poi gradualmente arrivare a coprire tutta la rete autostradale nazionale. Il Telepass era inizialmente riservato alle aziende di autotrasporti, ma dal 1998 anche le automobili private ne avrebbero usufruito e, dal 2005, pure le motociclette. 

Il decennio si avvicinava alla conclusione con un’altra innovazione in ambito tecnologico, ovvero l’apertura nel 1987 da parte di ANAS della prima strada italiana a tele-controllo: la SS 36 Lecco-Colico.

NOTE

La Repubblica, Intanto all’ orizzonte il casello automatico, 8 agosto 1987 (ricerca.repubblica.it);
treccani.it, 1990 telepass