1970

I canoni estetici della strada

Autostrada Salerno – Reggio Calabria negli anni ‘70 (Archivio storico Anas)
Autostrada Salerno – Reggio Calabria negli anni ‘70 (Archivio storico Anas)
Tratto dell’Autostrada Salerno – Reggio Calabria in costruzione (Archivio storico Anas)
Tratto dell’Autostrada Salerno – Reggio Calabria in costruzione (Archivio storico Anas)
Umbria, strada statale 3 “Via Flaminia”, galleria di Somma imbocco lato Terni, anni ‘60 (Archivio storico Anas)
Umbria, strada statale 3 “Via Flaminia”, galleria di Somma imbocco lato Terni, anni ‘60 (Archivio storico Anas)
Lombardia, strada statale 340 “Regina” (Archivio storico Anas,2010)
Lombardia, strada statale 340 “Regina” (Archivio storico Anas,2010)
Molise, strada statale  87 “Sannitica”, viadotto Macchia della Selva (Archivio storico Anas, 2013)
Molise, strada statale 87 “Sannitica”, viadotto Macchia della Selva (Archivio storico Anas, 2013)
Umbria, strada statale 79 bis “Ternana”, Ponte delle Marmore (Archivio storico Anas, 2015)
Umbria, strada statale 79 bis “Ternana”, Ponte delle Marmore (Archivio storico Anas, 2015)

Il tema della percezione del paesaggio è stato da sempre oggetto di interesse da parte di filosofi, di geografi, nonché di ingegneri e architetti. Nel settore infrastrutturale, il paesaggio è stato soggetto a mutamenti dettati dall’uomo per raggiungere stili di vita adeguati alla contemporaneità, soprattutto dopo le invenzioni legate al mondo della locomozione, come treni e autovetture. Le principali vie di comunicazione, i tracciati stradali, ferroviari, la funicolare e le rotte della navigazione erano, e sono tutt’oggi, elementi privilegiati di fruizione del paesaggio. 

Nei decenni, differenti sistemi di trasporto, aventi sempre più alti livelli di velocità, hanno fatto sì che il contesto extra-urbano fosse percepito in maniera diversa, differentemente da quel che accadeva a chi percorreva sentieri o strade locali. Infatti, l’alta velocità di percorrenza “cancellava” il primo piano del paesaggio lasciando negli occhi di chi guardava solo l’impressione di un fugace sfondo in continua mutazione.

È a partire dagli anni ‘70 che il road design diventò una disciplina fondamentale per chi progettava e realizzava le arterie stradali e autostradali del nostro Paese. Il benessere psicologico dell’utente che viaggiava in macchina era da tenere in alta considerazione, anche al fine di ridurre fenomeni di distrazione, malessere e stanchezza. 

Già dal 1960, la scuola stradale statunitense “stabiliva che, tra i requisiti necessari ad una arteria per dirsi compiutamente studiata, la bellezza fosse da mettere sullo stesso piano di utilità, di sicurezza e di economicità”. Il progetto di una nuova arteria stradale consisteva non solo “nell’assemblaggio di pochi elementi geometrici e tecnici” legati alla morfologia del territorio, alla geologia e alla geognostica, ma in “una autenticata creazione che esige un’impronta caratterizzante assimilabile all’arte piuttosto che al mestiere” (Giovanni Da Rios, 1977).

Era importante quindi avere delle linee guida per la progettazione e la salvaguardia del contesto paesaggistico ovvero:

(a) tutelare il paesaggio che viene modificato ad opera della nuova arteria (paesaggio con la strada); 

(b) tutelare il paesaggio come lo si vede dalla nuova strada (paesaggio dalla strada);

(c) tutelare i valori formali insiti nell’opera stradale (paesaggio della strada).

NOTE

Bonomo F. (a cura di), Cento anni di strade 1898 – 1998, La Fiaccola, 1998