1964

I trafori alpini

Foto storica del Traforo del Gran San Bernardo concluso, interno della galleria (fonte: letunnel.com)
Foto storica del Traforo del Gran San Bernardo concluso, interno della galleria (fonte: letunnel.com)
Traforo del Monte Bianco, 1962: gli operai francesi e italiani si incontrano abbattendo l’ultimo diaframma (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Traforo del Monte Bianco, 1962: gli operai francesi e italiani si incontrano abbattendo l’ultimo diaframma (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Inaugurazione del Traforo del Gran San Bernardo (fonte: letunnel.com)
Inaugurazione del Traforo del Gran San Bernardo (fonte: letunnel.com)
Inaugurazione del Traforo del Monte Bianco (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Inaugurazione del Traforo del Monte Bianco (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)

La crescita economica degli anni ‘50-‘60 portò all’esigenza di “allargare” i confini del Paese e mettere in comunicazione la nostra Penisola con le nazioni vicine. Le montagne non erano più percepite come una barriera tra Italia ed Europa.

Infatti, grazie alla Legge Zaccagnini del 1961, si sancì l’avvio di nuove realizzazioni autostradali a altre opere viabili a pedaggio come i trafori in concessione. Furono così realizzate due grandi opere sia per il passaggio di merci che di persone. 

Il Traforo del Gran San Bernardo fu il primo traforo stradale a pedaggio attraverso le Alpi. Il nome si deve a San Bernardo di Mentone, il quale fondò un ospizio come rifugio per i pellegrini proprio in quell’area montuosa, in territorio svizzero, nell’XI secolo. I lavori iniziarono nel 1958, sotto la guida dell’ingegnere Giorgio Dardanelli (Mondovì, 1909 – Torino, 1978), e dopo soli 6 anni furono terminati. Il traforo fu inaugurato il 19 marzo 1964, con una lunghezza di 5.854 metri Esso metteva in collegamento la Valle d’Aosta con il cantone svizzero del Vallese.

Oggi la parte italiana del traforo è classificata come “traforo T2” ed è considerata autostrada a tutti gli effetti, con tanto di segnali di inizio autostrada, sebbene abbia una singola carreggiata con una sola corsia per senso di marcia e un limite di velocità di 80 km/h.

Le vicende legate alla costruzione del Traforo del Monte Bianco, invece, risalgono agli anni ‘40. Nel 1946, infatti, l’ingegnere Dino Lora Totino (Pray, 1900 – Torino, 1980) diede inizio ai lavori per il traforo della galleria intesi, come stipulazione di convenzioni, progettazione e test di fattibilità. Fu del 1951 la stipula, da parte dei governi italiano e francese, della convenzione per la costruzione proprio del tunnel del Monte Bianco, nonostante alcune opposizioni politiche da parte della Francia; seguì, nel 1959, il primo colpo di piccone per lo scavo a Entrèves e, nel 1962, cadde finalmente l’ultimo diaframma del Traforo; i lavori si conclusero nel 1965, congiuntamente a quelli svolti sul versante francese.

Il 16 luglio dello stesso anno avvenne l’inaugurazione alla presenza del presidente della Repubblica italiana Giuseppe Saragat e del presidente della Repubblica francese Charles De Gaulle.

Il tunnel collegava Courmayeur, in Valle d’Aosta, a Chamonix in Francia per una lunghezza do 11.600 metri.