1964

Francesco Aimone Jelmoni

Il Presidente della Repubblica Antonio Segni inaugura un tratto dell'autostrada del Sole, a bordo della Lancia Flaminia 335 presidenziale
Il Presidente della Repubblica Antonio Segni inaugura un tratto dell'autostrada del Sole, a bordo della Lancia Flaminia 335 presidenziale
ACI, rivista l’Automobile del 27 settembre 1964 (fonte: bibliotecadigitale.aci.it)
ACI, rivista l’Automobile del 27 settembre 1964 (fonte: bibliotecadigitale.aci.it)

Francesco Aimone Jelmoni (Milano, 1910 – 1991) fu il primo progettista dell’Autostrada del Sole, la grande opera che gli valse nel 1965 il Premio internazionale delle Comunicazioni “Cristoforo Colombo”, per la prima volta assegnato a uno studioso italiano.

Insegnò al Politecnico di Milano dopo aver conseguito la laurea in ingegneria ed essersi specializzato in ingegneria stradale e in cemento armato. Nel maggio 1952 il Ministro delle Finanze Ezio Vanoni lo convocò nel proprio ufficio per mostrargli il progetto della futura Autosole. Jelmoni progettò l’intero tracciato dell’Autostrada, prima a supporto dello Sviluppo Iniziative Stradali Italiane (SISI), poi dell’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI) con Italstrade Spa

Nelle memorie di allora, Jelmoni ricordava lo scetticismo nei confronti dell’ampiezza di vedute del suo progetto: “La soluzione da me proposta, e fermamente sostenuta, della doppia carreggiata, veniva definita, anche da autorevoli tecnici ministeriali, ‘faraonica’, ‘da megalomani’, addirittura ‘surreale’, sia perché avrebbe comportato una spesa eccessiva, assolutamente ‘irragionevole’, sia perché ‘avrebbe sottratto troppo spazio all’agricoltura’”. Del resto l’opinione pubblica di quegli anni era scettica riguardo al buon esito delle imprese autostradali, che riteneva passibili di ritardi. In un Paese che presentava ancora rovine di guerra, “era forte l’opinione che non di autostrade avesse bisogno l’Italia, bensì di aver migliorata, ammodernata, integrata la viabilità ordinaria esistente, così da rendere più esteso e capillare il beneficio, e quindi socialmente ed economicamente più giusto, il dispendio di spesa”, dichiarava Jelmoni. 

L’Autostrada del Sole smentì questi timori: appena 8 anni di lavori (1956-1964) ci vollero per realizzare gli oltre 750 chilometri della spina dorsale del Paese, che collegava Milano a Napoli passando per Bologna, Firenze e Roma.  

Nel progetto originario Jelmoni aveva immaginato di ripetere sempre la stessa tipologia di ponti, ma Fedele Cova (Borgomanero, 1904 – 1986), l’amministratore delegato della Società Autostrade, scelse di dividere l’intero tracciato in piccoli lotti e di affidare i lavori di costruzione con la procedura dell’appalto concorso. Fu dunque un progetto collettivo, in cui tutte le imprese italiane e i più brillanti progettisti di ponti dovevano essere coinvolti. Ponti che, a opera non ancora conclusa, erano già esposti in mostra al MOMA di New York per la loro bellezza. 

Jelmoni progettò tra il 1960 e il 1975 altri tratti autostradali: la Genova-Sestri Levante, la Messina-Catania, la Genova Voltri-Alessandria-Sempione e la Messina-Palermo. Progettò inoltre le piste aeroportuali di Milano Linate e di Malpensa.

NOTE

Baietti S., Restucci A., Il viaggio dell’Anas 1928-2010, Milano, Alinari – Il Sole 24 Ore, 2010;
Il Sole 24 Ore, Quando la doppia carreggiata veniva definita “faraonica”, 27 agosto 2006