1960 - 1969
 La frana del Vajont, 1963 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
La frana del Vajont, 1963 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Scontri tra studenti e polizia alla facoltà di architettura di Valle Giulia a Roma (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Scontri tra studenti e polizia alla facoltà di architettura di Valle Giulia a Roma (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)

STORIA: Il boom economico

Gli anni ‘60 si caratterizzarono per quello che viene definito il “boom” economico: il raggiungimento di un significativo benessere sociale ed economico per larga parte della popolazione. Questo fenomeno fu dovuto a vari fattori storici, quali le moltissime assunzioni negli organismi dell’apparato pubblico, il funzionamento a pieno regime delle industrie nate nel dopoguerra, i risultati in termini di occupazione, il sistema del welfare state, e i forti investimenti pubblici infrastrutturali.

Il consumismo caratterizzò questa fase, in cui divenne adulta la generazione nata alla fine della guerra e che riponeva nel futuro tutte le speranze. Ma gli anni ‘60 furono anche quelli del dissenso e della ribellione: nella neonata facoltà di Sociologia dell’Università di Trento gli studenti animarono la prima scintilla della ribellione che passò alla storia come Movimento del ‘68.

Abbattimento dell’ultimo diaframma del traforo del Gran San Bernardo (fonte: Ansa, “La strada racconta”, 2018)
Abbattimento dell’ultimo diaframma del traforo del Gran San Bernardo (fonte: Ansa, “La strada racconta”, 2018)
Lavori di realizzazione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria (Archivio storico Anas)
Lavori di realizzazione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria (Archivio storico Anas)

INFRASTRUTTURE: Il settore infrastrutturale, cavallo di battaglia italiano

Nei primi anni ‘60 il “boom economico” portò l’Italia a ottenere una grande visibilità internazionale nel settore delle infrastrutture. Furono molto importanti le realizzazioni dei primi due trafori dell’arco occidentale delle Alpi: il Traforo del Gran San Bernardo (aperto nel 1964) e il Traforo del Monte Bianco (inaugurato nel 1965).

Tra il 1954 e il 1964 si passò da 342.000 autovetture a 4 milioni; la rete di competenza ANAS vide un incremento da 35.169 km nel 1963 a 42.800 km nel 1970. Lungo queste direttrici si concentrarono le nuove industrie metallurgiche e meccaniche. Sempre in questo decennio fu inaugurata l’Autostrada del Sole.

Nel 1959 era stato varato il Nuovo Codice della Strada, con indicazioni più precise per la circolazione, la segnaletica stradale e le regole di buona condotta e sicurezza automobilistica, rimasto in vigore fino al 1992.

 

“Le Strade – 120 anni” 10/2017: Correva l’anno 1968…

Lavori di realizzazione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria (Archivio storico Anas)
Lavori di realizzazione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria (Archivio storico Anas)
Lavori di realizzazione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria (Archivio storico Anas)
Lavori di realizzazione dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria (Archivio storico Anas)

PERSONAGGI: I protagonisti dell’Autosole e della Salerno-Reggio Calabria

L’Autostrada del Sole ha segnato la mobilità su strada del Paese, con i suoi ponti, viadotti e gallerie che portano le firme dei protagonisti dell’ingegneria italiana del ‘900. 

A Francesco Aimone Jelmoni fu affidato il progetto dell’intero tracciato dell’Autostrada, realizzata in soli 8 anni.

Di Marcello Boldrini fu la denominazione della nuova opera viaria. Successore alla presidenza dell’ENI dopo la scomparsa di Mattei, a lui furono dovute due particolari novità: le stazioni di servizio Agip, che vinsero riconoscimenti internazionali per il design, e i Motel Agip, gli alberghi per viaggiatori legati alla strada.

Giuseppe Scaramuzzi è invece considerato il papà della Salerno-Reggio Calabria, l’opera autostradale di maggiore impegno dell’intero dopoguerra. Scaramuzzi si rivelò un brillante organizzatore, prendendo decisioni fondamentali per le sorti dell’impresa e usando l’elicottero per raggiungere le aree di cantiere, cosa non frequente negli anni ’60.

Ferrari 250 GTL Lusso del 1963
Ferrari 250 GTL Lusso del 1963
Fiat 124 Spider
Fiat 124 Spider
Renault 4 del 1962
Renault 4 del 1962

VEICOLI: L’industria dell’automobile, dalle utilitarie alle auto da corsa

Durante gli anni del “boom economico” l’industria automobilistica italiana divenne un settore fondamentale per l’economia del Paese, capace di esportare il nome dell’Italia nel mondo tramite la FIAT e piccole aziende specializzate nella creazione di carrozzerie applicate ai prodotti dei grandi marchi mondiali, come Zagato, Bertone e Pininfarina.

Sicuramente il grande sviluppo del mercato mondiale dell’auto aiutò l’industria nazionale a esportare sia i prodotti delle marche nostrane, sia l’eccellenza del design italiano.

In questo decennio le industrie automobilistiche furono piene di idee e nacquero alcune vetture memorabili. Questo fu il periodo nel quale alcune auto si producevano ancora in modo artigianale e su espressa richiesta del cliente.

Il decennio si apre con le Olimpiadi di Roma, 1960. Nella foto, un tedoforo a Piazza Venezia (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
Il decennio si apre con le Olimpiadi di Roma, 1960. Nella foto, un tedoforo a Piazza Venezia (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
I Beatles a Milano si esibiscono due volte nel 1965 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
I Beatles a Milano si esibiscono due volte nel 1965 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
L’alluvione di Firenze nel 1966 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)
L’alluvione di Firenze nel 1966 (fonte: Ansa, La strada racconta, 2018)

SOCIETÀ: L’euforia degli anni ‘60

Sono gli anni del boom economico e dei Beatles a Milano, dei movimenti femministi e degli hippie. Sono gli anni degli esodi in macchina per le vacanze, del primo uomo sulla luna, ma anche quelli delle rivolte studentesche, della frana del Vajont, dell’alluvione a Firenze e dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Il costume dell’epoca era ritratto nei capolavori cinematografici come “La dolce vita” di Fellini e “Il sorpasso” di Risi, ma anche nella letteratura pasoliniana. La musica andava da Azzurro di Celentano alle canzonette estive di Edoardo Vianello fino a “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” di Gianni Morandi, mentre sul fronte internazionale si affermavano i Rolling Stones e Bob Dylan

Sono anche gli anni del discorso alla luna di Papa Giovanni XXIII e di “I have a dream” di Martin Luther King.