L’Autostrada del Sole, Milano-Roma-Napoli
19 maggio 1956 - La posa della prima pietra
L’Autostradale del Sole (A1) rappresentò per l’Italia molto più che una semplice via di comunicazione: era, ed è tutt’oggi, un portale di accesso e di collegamento tra l’Europa e il sud Italia che ha favorito lo sviluppo industriale anche nel Mezzogiorno.
Prima della sua realizzazione, avvenuta fra il 1956 e il 1964, i mezzi commerciali impiegavano circa due giorni di viaggio per andare da Napoli a Milano. Costruire un’arteria a scorrimento veloce avrebbe quindi accorciato i tempi di collegamento e di conseguenza avrebbe abbassato i prezzi al consumo delle merci.
I lavori poterono iniziare dopo la sigla della convenzione tra ANAS e Società Autostrade per un co-finanziamento. La lunghezza totale prevista era di 755 km e il costo stimato era di 184.600 miliardi di lire.
L’artefice di questa stipula fu l’ingegnere Fedele Cova (Borgomanero, 1904 – Borgomanero, 1986), fondatore della Società Autostrade, famoso per aver inventato l’Eternit. A lui fu affidata la gestione del piano economico della A1, mentre lo studio di fattibilità fu realizzato dalla SISI, Società Iniziative Stradali Italiane (Agip, FIAT, Italcementi e Pirelli) ed eseguito dall’ingegnere Francesco Aimone Jelmoni (Milano, 1910 – 1991). Il progetto definitivo fu invece redatto da Italstrade Spa.
L’Autostrada del Sole doveva assolvere a un duplice compito: da un lato avrebbe costituito una grande arteria longitudinale, una spina dorsale per un paese geograficamente lungo e stretto come il nostro; dall’altro il progetto doveva intrecciare capillarmente le linee di trasporto e di distribuzione delle merci.
Il 19 maggio 1956, nel cantiere di San Donato Milanese, fu posta la prima pietra della A1 e dopo soli due anni, nel 1958, il primo tratto autostradale fra Milano e Parma fu aperto al traffico. I lavori si conclusero definitivamente nel 1964 con il tratto Chiusi-Orvieto, per un totale di 759,4 km.
La realizzazione dell’A1 rappresentò l’emblema del progresso infrastrutturale italiano: ci fu una riduzione degli incidenti stradali, un risparmio del tempo di viaggio dei passeggeri che potevano iniziare a programmare diversamente le loro giornate, una riduzione nei tempi di consumo delle merci, che arrivavano nelle case degli italiani più velocemente e un risparmio di tempo negli spostamenti dei lavoratori da una città all’altra.
1 – “La regina delle autostrade” – Automobile club di Torino bollettino mensile – 1964 n.62 – “Le Strade – 120 anni” 8-9/2017: Correva l’anno 1959…
“L’atto di nascita dell’Autostrada del Sole ha avuto ieri nelle campagne di San Donato Milanese una consacrazione solenne. […] Lungo un centinaio di metri di una doppia pista che davanti al cippo appariva prendere avvio in direzione del Mezzogiorno, non costruita, solo raffigurata con sabbia, bordi bianchi e spartitraffico erbosi, erano dislocati gran cartelli con le insegne di Bologna, Firenze, Roma, Napoli: le tappe, cioè, dei 738 chilometri che da Milano porteranno alla meta. Alto più di due metri, bianco, il cippo inaugurale con la sua iscrizione latina si erge all’altezza del chilometro 6,136 da Milano…”.
È con queste parole che il Corriere della Sera raccontò come il 19 maggio 1956, nel cantiere di San Donato Milanese, fu posta la prima pietra della costruzione dell’Autostrada del Sole (A1). La celebrazione prevedeva che l’allora presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi (Pontedera, 1887 – Roma, 1978) arrivasse in auto, a bordo della Lancia Flaminia 335 presidenziale, così da percorrere il primo tratto asfaltato della A1, insieme al Ministro dei Trasporti, Armando Angelini (Seravezza, 1891 –1968). Un reparto del 27° Artiglieria faceva gli onori militari mentre si intonava l’Inno di Mameli, alla presenza di varie personalità tra cui il Ministro dei Lavori Pubblici, Giuseppe Romita (Tortona, 1887 – Roma, 1958) e il cardinale arcivescovo Giovanni Battista Martini.
Una volta giunti nell’area preposta ai festeggiamenti, era previsto che il presidente murasse una pergamena con il discorso inaugurale, benedetta prima dall’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini (futuro papa Paolo VI) e firmata da personaggi e autorità su un cippo posto a livello strada. Il cippo sarebbe diventato il simbolo dell’inizio di un’unione del Paese da nord a sud, attraverso una striscia di asfalto lunga 759,4 km.
Il nome così altisonante di Autostrada del Sole, ripreso dal “Treno del Sole” Palermo-Torino, le era stato assegnato nel 1954, prima della sua realizzazione, da Marcello Boldrini (Matelica, 1890 – Milano, 1969), presidente della SISI dal 1953 al 1959. La nascente autostrada avrebbe contato 304 manufatti fra ponti e viadotti; 3795 opere d’arte minori; 63 gallerie per un totale di più di 11 km; 58 stazioni di accesso.
Il progetto della A1 fu studiato sul modello delle highways americane. All’inaugurazione dei lavori, tenuta nel maggio 1956, seguì la realizzazione dei vari tronchi, aperti tra il 1958 (Milano-Parma) e il 1964 (Chiusi-Orvieto), che completarono l’infrastruttura.