1951

Le grandi industrie italiane

Emilia Romagna, Anas: impianti di produzione conglomerati bituminosi
Emilia Romagna, Anas: impianti di produzione conglomerati bituminosi

La produzione industriale, che nel 1947 era ferma al 70% rispetto a prima della guerra, nel 1950 salì al 104% e un anno dopo al 127%.

In breve tempo, il sistema produttivo italiano poté disporre di nuovi modelli di sviluppo industriale derivanti dalla Germania, dalla Francia e dagli Stati Uniti, nonché di mezzi e sperimentazioni nel campo della metallurgia e dell’elettronica. Questi fattori, associati alla lunga tradizione artigianale italiana e all’abbondanza di manodopera a basso costo, permisero alle imprese di recuperare in breve tempo, avvicinando così l’Italia ai livelli industriali degli altri Paesi.

Sul piano economico, tra il 1956 e il 1963 l’Italia entrò nel mercato dei commerci internazionali e degli scambi con competitività e professionalità, riscattandosi dal precedente periodo di arretratezza. Da Paese esportatore di prodotti agricoli e tessili, l’Italia divenne così importatore di prodotti agricoli (in cambio di aiuti al Mezzogiorno) ed esportatore di prodotti elettromeccanici

Un ruolo fondamentale fu rivestito dall’istituzione del Mercato Comune Europeo (MEC), con i Trattati di Roma del 1957 istitutivi della Comunità Economica Europea.

Protagonista di questa prima fase espansiva fu la grande impresa: l’industria automobilistica si affacciò coraggiosamente alla produzione di massa, uscendone vittoriosa; crebbero grandi aziende per la produzione di elettrodomestici; l’industria dei prodotti chimici e petroliferi si consolidò. Le case italiane che si affermarono nel panorama internazionale furono la FIAT, la Falck, la Pirelli, la Montecatini e la Edison.

Le industrie elettriche furono quelle che più beneficiarono del processo di sviluppo, grazie alla continua espansione della domanda di energia. La trasformazione della produzione da idroelettrica a termoelettrica e nucleare avvenne velocemente; gli investimenti di chi aveva scommesso in questa trasformazione furono cospicui. Nel 1951 furono prodotti 18.500 frigoriferi, 370.000 nel 1957 e dieci anni dopo, nel 1967, 3.200.000 unità. L’Italia divenne il primo produttore europeo di elettrodomestici

La piccola e media impresa, invece, iniziò la sua ascesa nel nord Italia, specificatamente in Lombardia ed Emilia Romagna, nonostante ci fosse una relativa scarsità di capitali da investire e difficoltà nell’esportazione delle merci.