Ezio Vanoni
Economista e politico valtellinese, Ezio Vanoni (Morbegno, 1903 – Roma, 1956) ha lasciato negli scritti e nell’azione di governo il segno di un grande modernizzatore del Paese dall’alto senso della giustizia sociale, sostenitore del tributo come strumento fondamentale per fissare i confini della libertà economica, correggere le distorsioni del mercato e garantire a tutti un’esistenza dignitosa.
Vanoni aveva ricevuto un’educazione piuttosto severa nella sua Morbegno in Valtellina, dove era nato nel 1903. Strinse contatti con il gruppo romano dei laureati cattolici e con l’ambiente vicino ad Alcide De Gasperi (Pieve Tesino, 1881 – Borgo Valsugana, 1954), legami che lo porteranno a essere uno degli estensori del Codice di Camaldoli, un documento programmatico di politica economica che fungerà da linea guida per l’azione politica della Democrazia Cristiana, e a ricoprire incarichi ministeriali nel settore economico, finanziario e tributario.
Ministro delle Finanze dal 1948 al 1954 e Ministro del Bilancio dal 1954 al 1956, Vanoni è oggi ricordato soprattutto per la riforma tributaria del 1951 che permise l’attuazione dei principi costituzionali di giustizia e progressività delle imposte, obbligando a presentare la dichiarazione dei redditi, per aver fondato l’ENI e per lo “Schema decennale per la piena occupazione” del 1954, detto anche “Piano Vanoni”, il primo documento di programmazione economica complessiva italiano. Tre grandi obiettivi erano alla base del piano: produrre piena occupazione per gli italiani, portare a un equilibrio economico nord e sud del Paese, risanare il Bilancio dello Stato.
L’idea di fondo della Legge Vanoni era che ciascuno potesse contribuire al bene comune in base alle proprie possibilità, sviluppando senso civico e responsabilità. La contribuzione fiscale poteva permettere “[…] di ridurre le disuguaglianze nella ripartizione della ricchezza, di dare stabilità al risparmio, di favorire il determinarsi delle migliori condizioni per l’occupazione e per l’incremento dei salari”.
Nel 1950 Vanoni fu uno dei padri della Cassa per il Mezzogiorno. Incentivò inoltre la realizzazione delle autostrade del Piano Romita. La passione per la gestione della cosa pubblica lo stroncò con un collasso cardiaco nel 1956 nei locali di Palazzo Madama, dopo un vibrante discorso volto a sollecitare maggiore giustizia per gli umili e i poveri.
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