1946

La nascita dell’ANAS

1947: La prima Area di Servizio autostradale e l’inizio dell’era del consumismo

 Strada statale 9 “Via Emilia”, il ponte sul Po distrutto durante la seconda guerra mondiale (Archivio storico Anas)
Strada statale 9 “Via Emilia”, il ponte sul Po distrutto durante la seconda guerra mondiale (Archivio storico Anas)
Strada statale 9 “Via Emilia”, il ponte sul Po dopo i lavori di ricostruzione, 1948 (Archivio storico Anas)
Strada statale 9 “Via Emilia”, il ponte sul Po dopo i lavori di ricostruzione, 1948 (Archivio storico Anas)
Grande Raccordo Anulare di Roma, tratto a doppia sede in prossimità dell'innesto con la  SS 7 Appia -  Anno di costruzione 1947-1950 (Archivio storico Anas)
Grande Raccordo Anulare di Roma, tratto a doppia sede in prossimità dell'innesto con la SS 7 Appia - Anno di costruzione 1947-1950 (Archivio storico Anas)
Grande Raccordo Anulare di Roma, tratto compreso tra le strade statali 1 “Aurelia” e 7 “Appia” – 1951 (Archivio storico Anas)
Grande Raccordo Anulare di Roma, tratto compreso tra le strade statali 1 “Aurelia” e 7 “Appia” – 1951 (Archivio storico Anas)
Logo dell’ANAS nel dopoguerra e negli anni ’50
Logo dell’ANAS nel dopoguerra e negli anni ’50

Il 27 giugno 1946, in virtù del Decreto Legislativo Presidenziale del 27 giugno 1946 n. 38, venne istituita l’ANAS, Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali, per volontà del ministro Giuseppe Romita (Tortona, 1887 – Roma, 1958). In generale fu un periodo cruciale per la ricostruzione del Paese dopo la seconda guerra mondiale e l’ANAS fu in prima linea per riparare le strade e i ponti oramai distrutti o danneggiati. L’Azienda aveva ricevuto in eredità dall’AASS una rete autostradale di circa 440 km e necessitava di molti capitali per recuperare i tratti non più agibili; la rete stradale invece era di 21.146 km, in gran parte da sistemare o ricostruire; si stimò infatti che i chilometri distrutti fossero circa 14.000. L’ANAS non ereditò solo urgenze, ma anche “la ricchezza ideativa legata al territorio della progettazione che così felicemente aveva caratterizzato l’attività dei costruttori di strade dal lontano 1928” (A. Restucci, 2010).

Il primo direttore Generale fu Eugenio Gra, ideatore insieme al Ministro Romita del progetto del Grande Raccordo Anulare di Roma (GRA), i cui lavori presero il via nel 1948. Per sostenere lo straordinario impegno della ricostruzione del patrimonio stradale distrutto degli eventi bellici, Gra chiamò i tecnici dell’AASS che avevano operato in Africa Orientale, i cosiddetti africani. Riprese inoltre l’opera della “de-polverazione”, rimasta interrotta con lo scoppio della guerra.

 

Il Decreto Legislativo del 17 aprile 1948 n. 547 e la Legge del 2 gennaio 1952 n. 41 precisarono i compiti che a livello periferico dovevano essere svolti dai compartimenti della viabilità di ANAS e fu confermata la necessità di continuare a costruire nuove strade statali e autostrade.

Complessivamente, nel suo primo decennio di attività, l’ANAS raggiunse notevoli traguardi sia a livello nazionale che internazionale. Iniziarono, per esempio, i lavori dei grandi trafori alpini stradali, come quello del Gran San Bernardo e del Monte Bianco, aperti poi negli anni ‘60, utili vie di comunicazione stradale con Svizzera e Francia.

Prima area di servizio Pavesini a Novara progettata dall'architetto A. Bianchetti, 1947 (fonte: autogrill.com)
Prima area di servizio Pavesini a Novara progettata dall'architetto A. Bianchetti, 1947 (fonte: autogrill.com)
Area di servizio Motta a Limena, sulla tratta Milano-Venezia (fonte: autogrill.com)
Area di servizio Motta a Limena, sulla tratta Milano-Venezia (fonte: autogrill.com)
Il giornale “Life” del 26 settembre 1960 menziona l’innovatività delle aree di servizio italiane (fonte: autogrill.com)
Il giornale “Life” del 26 settembre 1960 menziona l’innovatività delle aree di servizio italiane (fonte: autogrill.com)
Depliant Area di servizio Pavesi, fine anni ‘40 (fonte: autogrill.com)
Depliant Area di servizio Pavesi, fine anni ‘40 (fonte: autogrill.com)

Nell’immediato dopoguerra, la maggior parte degli Italiani viveva ancora in aree rurali, le strade erano danneggiate a causa dei bombardamenti e le automobili non superavano il numero di una ogni cento abitanti. La ricostruzione stradale aveva però preso vigore e fu in questo periodo che nacque la prima “area di servizio” con punto di ristoro, un nuovo luogo di consumo pensato proprio per gli automobilisti. L’ideatore Mario Pavesi (Cilavegna, 1909 – Rocca di Papa, 1990) era un giovane industriale di Novara, figlio di un panettiere. Egli aveva dato vita ai famosi “Pavesini”, rivendendoli in un piccolo spaccio di biscotti sulla Milano-Torino, all’altezza del casello di Novara.

A seguito dell’occupazione alleata americana, Pavesi capì che per vendere di più doveva portare i suoi biscotti nelle auto degli italiani, così che i viaggiatori potessero gustarsi un momento di piacere stando comodamente seduti nelle loro vetture. Ciò era possibile soprattutto grazie a una nuova linea di produzione che ne facilitava la commercializzazione: il nuovo packaging faceva sì che i biscotti fossero confezionati in pacchetti anziché venduti nelle tradizionali scatole di latta da 5 kg; inoltre la comunicazione pubblicitaria del prodotto ne diffondeva la conoscenza oltre il consumo nazionale.

Il progetto piacque e nel 1947 si aprì il primo punto di ristoro per automobilisti in viaggio, con lo scopo dichiarato di fare promozione dei Pavesini: l’idea era di introdurre l’uso di una serie di prodotti preconfezionati, come salatini e biscotti dolci di produzione Pavesi, al posto dei tradizionali spuntini casalinghi preparati in occasione dei brevi viaggi in auto.

Il progettista era l’architetto milanese Angelo Bianchetti, con il quale Pavesi collaborò per tutti gli altri spazi autostradali. Il locale era all’inizio un semplice bar con tavoli e poltroncine e uno stretto pergolato all’esterno per ripararsi in caso di condizioni meteorologiche avverse. L’esterno era circondato da una vetrina per i biscotti, prodotti nella vicina fabbrica di famiglia, messi in bella esposizione per invogliare all’acquisto chi sostava.

Nel giro di pochi anni, quell’invenzione si trasformò in un grande business, grazie anche alla crescita economica del Paese. In questo, Pavesi era stato lungimirante.

Insieme ad altre case di produzione alimentare come Alemagna e Motta, Pavesi porterà l’Italia nell’era nel consumismo, attrezzando aree di svago e relax con bar, ristoranti, toilette e negozi, e infine annettendo anche stazioni di servizio per il rifornimento del carburante.