1936

Giuseppe Pini

Autocamionale Genova-Serravalle, ingresso fabbricato della stazione di Genova (Archivio storico Anas)
Autocamionale Genova-Serravalle, ingresso fabbricato della stazione di Genova (Archivio storico Anas)
Autocamionale Genova-Serravalle, Casello di Busalla (Archivio storico Anas)
Autocamionale Genova-Serravalle, Casello di Busalla (Archivio storico Anas)
Strada Imperiale n 4, Strada della Dancalia, bitumatura – 1938 (Archivio storico Anas)
Strada Imperiale n 4, Strada della Dancalia, bitumatura – 1938 (Archivio storico Anas)
Strada Imperiale n 3, Strada per Decamerè (Archivio storico Anas)
Strada Imperiale n 3, Strada per Decamerè (Archivio storico Anas)
Strada Imperiale n 9, Strada di Debra Tabor, discesa da Dessiè a Magdala (Archivio storico Anas)
Strada Imperiale n 9, Strada di Debra Tabor, discesa da Dessiè a Magdala (Archivio storico Anas)

Dopo la fine della guerra in Etiopia nel 1936, venne tracciato da Mussolini il piano delle strade fondamentali da realizzarsi nei territori africani occupati. L’allora Ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Cobolli Gigli (Trieste, 1892 – Malnate, 1987) chiamò a dirigere le operazioni dell’AASS nell’Africa Orientale Italiana un suo uomo di fiducia, nonché Presidente della IV Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Giuseppe Pini

L’ingegnere si era già distinto in Italia con la realizzazione dell’autocamionale Genova-Valle del Po (1932-1935), una nuova arteria a pedaggio data in gestione all’AASS; inoltre aveva già prestato la sua consulenza in Africa, per la costruzione della Litoranea Libica (1935-1937), l’arteria costiera che univa Tripolitania e Cirenaica. 

Tuttavia Pini è ricordato principalmente per la sua attività in qualità di dirigente della task force dell’AASS operante in Etiopia ed Eritrea (1936-1939), allorché l’Azienda, che in patria aveva sempre rifiutato nuove costruzioni prediligendo la manutenzione dell’esistente in nome dell’efficienza economica, si trovò a realizzare ex novo, in pochissimo tempo e in condizioni difficilissime, strade con estensione pari a circa un quarto della rete italiana di allora. A tal proposito, lo stesso Pini, in uno scritto del 1939 ammetteva che “Il problema delle vie rapide e sicure di comunicazione dell’Impero si è […] immediatamente presentato come basilare ed improrogabile, giacché nessuna attività avrebbe potuto proficuamente svolgersi senza possibilità di movimento e di trasporto di uomini, di mezzi e di materiali: la stessa sicurezza e la rapidità della completa pacificazione dipendevano da questa possibilità”(Pini, 1939). 

Nel 1939 l’ingegnere fu nominato Direttore Generale dell’AASS, rimanendovi fino al 1944, e nel febbraio del 1943 fu inserito nella lista dei candidati al Senato. 

Alla guida dell’AASS Pini si trovò a organizzare l’attività dell’Azienda nelle province appena conquistate: dal 1939 in Albania, tramite l’Azienda Strade dell’Albania (ASA), che ebbe l’obiettivo di costruire circa 2.000 km di strade, e dal 1941 nelle nuove province di Lubiana, Cattaro, Spalato, Carnaro e Zara, dove gli interventi di ammodernamento delle infrastrutture si concentrarono principalmente sulla SS 135 “della Dalmazia” (ex Litoranea Zaratina).

Con l’inizio della seconda guerra mondiale l’AASS fu altresì impegnata a rispondere alle emergenze post-bombardamenti, effettuando riparazioni delle vie di comunicazione.

NOTE

Baietti S., Restucci A., Il viaggio dell’Anas 1928-2010, Milano, Alinari – Il Sole 24 Ore, 2010;
Pini G., La rete stradale dell’Impero, in “Africa Italiana”, dicembre 1939, n. 12, citato in Cecini S., La realizzazione della rete stradale in Africa orientale italiana (1936-41), in Dimensioni e problemi della ricerca storica 1, 2007