1928

Eugenio Miozzi

Eugenio Miozzi
Eugenio Miozzi
Strada statale 12 “dell’Abetone e del Brennero”, allargamento della sede stradale all'uscita di Egna (BZ), 1930 (Archivio storico Anas)
Strada statale 12 “dell’Abetone e del Brennero”, allargamento della sede stradale all'uscita di Egna (BZ), 1930 (Archivio storico Anas)
 Ponte Druso sulla Talvera a Bolzano visto dall’alto, 1930 (Archivio storico Anas)
Ponte Druso sulla Talvera a Bolzano visto dall’alto, 1930 (Archivio storico Anas)
Ponte Druso sulla Talvera a Bolzano visto da valle, 1930 (Archivio storico Anas)
Ponte Druso sulla Talvera a Bolzano visto da valle, 1930 (Archivio storico Anas)
Venezia, inaugurazione dell'allora Ponte Littorio (Ponte della Libertà), 1933
Venezia, inaugurazione dell'allora Ponte Littorio (Ponte della Libertà), 1933

Erede della cultura eclettica degli ingegneri ottocenteschi, l’ingegnere Eugenio Miozzi (Brescia, 1889 – Venezia, 1979) rivolse il suo impegno a problematiche che spaziavano dalla progettazione edilizia a quella infrastrutturale, con razionalità e lungimiranza sulle esigenze di una città come Venezia, dove fu a capo della Direzione Lavori e Servizi pubblici.

Tra le prime esperienze costruttive si segnala che in Tripolitania e Cirenaica realizzò importanti strade coloniali e partecipò alla stesura del Piano Regolatore di Tripoli. Dopo la prima guerra mondiale lavorò per il Genio Civile di Udine e Belluno, dove fu attivo nella progettazione di tutti i ponti delle strade nazionali della provincia cadorina distrutti dal conflitto. Nella nascente provincia di Bolzano procedette al miglioramento del regime idraulico dei fiumi locali, alla sistemazione di caserme cittadine, alla costruzione di scuole, asili infantili e nuove caserme di confine.

Nel 1928 Miozzi fu chiamato a dirigere il Compartimento delle Strade statali delle province di Belluno, Bolzano e Trento della neonata AASS.

Eseguì in questo periodo la grande strada del Brennero, lunga 207 Km, e vari ponti tra cui il Ponte Druso a Bolzano, nel 1929, particolarmente curato anche nella decorazione ornamentale.

Sebbene abbia operato tra gli anni ‘20 e gli anni ‘50 del Novecento, Miozzi aderì ad alcune linee dell’ingegneria ottocentesca di stampo risorgimentale, come l’autarchia dei materiali. Fu l’indiscusso regista della grande trasformazione novecentesca di Venezia, dove effettuò la sostituzione dei due ponti in ferro sul Canal Grande, ormai fatiscenti, con il ponte dell’Accademia in legno e il Ponte degli Scalzi in pietra e ricostruì il Ponte dell’Arsenale sul Rio delle Galeazze.

Le opere che legarono inoltre il nome dell’ingegner Miozzi a Venezia furono la creazione di Piazzale Roma, l’escavo del Rio Nuovo con la costruzione dei suoi relativi ponti, la realizzazione del Garage Comunale (al tempo il più grande garage d’Europa) e, su tutte, il Ponte della Libertà, il ponte automobilistico che collegava Venezia alla terraferma, portato a termine in meno di due anni.

Dopo il restauro del Teatro La Fenice e la costruzione del Casinò Municipale al Lido, nel 1939 l’ingegnere elaborò un progetto per il risanamento della Venezia insulare, provvedimenti di salvaguardia indispensabili per la defluibilità delle acque e la pianificazione urbanistica veneziana. 

Nella sua incessabile attività di costruttore, successivamente l’ingegner Miozzi puntò alla progettazione di un’autostrada galleggiante sullo stretto di Messina, al restauro statico della torre di Pisa e del campanile di Burano.

NOTE

Baietti S., Restucci A., Il viaggio dell’Anas 1928-2010, Milano, Alinari – Il Sole 24 Ore, 2010;
www2.comune.venezia.it, ingegnere Eugenio Miozzi