1919

L’ascesa del Fascismo

La marcia su Roma, 28 ottobre 1922 (fonte: ilgiornale.it)
La marcia su Roma, 28 ottobre 1922 (fonte: ilgiornale.it)
Esercizi ginnici del sabato fascista
Esercizi ginnici del sabato fascista
I mutilati chiedono il pane al Governo
I mutilati chiedono il pane al Governo

Nel 1919 l’ex socialista Benito Mussolini fondò i Fasci Italiani di Combattimento, presentando un programma che proponeva anche il passaggio dalla monarchia alla repubblica.

Il 28 ottobre 1922, 25.000 camicie nere marciarono su Roma rivendicando dal re la guida politica del Regno d’Italia.

Il 30 ottobre, il re Vittorio Emanuele III cedette alle pressioni e decise di dare l’incarico a Mussolini per formare un nuovo governo. Fu l’ascesa al potere del Partito Nazionale Fascista. 

Lo stato fascista si preoccupò fin da subito di organizzare il pubblico consenso intorno al regime. Solo per citare un esempio, larte assunse una funzione sociale di comunicazione di massa, di educazione collettiva. Così, oltre a farsi grandiosa e monumentale nelle dimensioni, si espresse attraverso figurazioni corali epiche, eroiche, ricche di pathos e di riferimenti simbolici all’antichità romana e alla tradizione mediterranea, viste come ideali modelli etici validi per il presente. Ma il regime voleva esprimere anche il nuovo spirito della civiltà moderna. 

Nel 1923 venne fondato il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Gli anni del fascismo in ascesa furono all’insegna dell’energia rivoluzionaria e innovatrice. Venne intrapresa una nuova politica agricola, basata sui principi di indipendenza e sovranità nazionale (perseguiti in ogni settore, nella logica autarchica) contro l’apertura alle forze di mercato straniere. Lo Stato diede sostegno all’occupazione, tramite una campagna di assunzioni nella pubblica amministrazione, protezioni doganali e l’avvio di lavori pubblici, bonifiche e progetti di risistemazione urbanistica. Vennero rafforzate la rete ferroviaria e stradale. 

Nel 1927 fu varata la Carta del Lavoro che affermava la dottrina del corporativismo, l’etica del sindacalismo e la politica economica fascista. Il Fascismo attuò inoltre una politica demografica introducendo la tassa sui celibi e aumentando il salario alle famiglie più numerose.