Agosto 1960 - La prima realizzazione del GRA
I lavori per la realizzazione del Grande Raccordo Anulare erano cominciati già nel 1948, a opera del suo promotore l’ingegnere Eugenio Gra (direttore generale dell’ANAS dal 1946 al 1952), il cui nome è ricordato dall’acronimo di questo anello che corre attorno alla città di Roma. La nuova strada di circonvallazione della città di Roma, lunga 68,223 km, avrebbe collegato tutte le vie consolari con un tracciato a scorrimento veloce, quanto più possibile equidistante dal centro cittadino.
L’inizio del GRA fu posto convenzionalmente all’intersezione con la via Aurelia, cui corrisponde l’uscita 1. Il primo tracciato tuttavia era a sole due corsie e non del tutto privo di intersezioni a raso. La prima apertura al traffico avvenne nel 1951, nel tratto tra Portuense e Appia, mentre sei anni dopo era già pronto il 60% dell’anello.
Il Piano Autostradale Nazionale, varato nel 1955 con la Legge Romita, prevedeva che sarebbero confluite sul Grande Raccordo Anulare anche le quattro direttrici autostradali convergenti su Roma.
Nel 1960, per i Giochi Olimpici di Roma, numerosi tratti del GRA risultavano aperti al traffico. Il completamento avvenne nel 1970.
Nel 1964 fu organizzato a Roma il XII Congresso Mondiale della Strada e in quell’occasione, ai partecipanti che venivano da tutto il mondo, vennero mostrati tutti i tronchi autostradali e del GRA già aperti, dando l’immagine di un Paese all’avanguardia.
Negli anni 1964-1967 fu realizzato, dal grande progettista Riccardo Morandi (Roma, 1902 – 1989), l’omonimo viadotto dell’autostrada Roma-Fiumicino su un’ansa del Tevere alla Magliana. Lungo circa 145 metri, era un’opera molto avanzata sotto il profilo tecnico e ingegneristico, costruita per superare una zona franosa e paludosa adiacente al fiume. Il viadotto fu intitolato a Franco della Scala, direttore ANAS del Centro Sperimentale di Cesano, ucciso nel 1985 in un attentato terroristico all’Aeroporto di Fiumicino.